Arte

Tra realtà e simbolismo”
Willy Pontin e Giuseppe Alesiani

In Villa Orsini, con il Patrocinio del Comune di Scorzè, Assessorato alla Cultura, Domenica 6 maggio è stata inaugurata la mostra “Tra realtà e simbolismo” degli artisti Willy Pontin e Giuseppe Alesiani, rimarrà aperta fino al 20 maggio.


In Pontin e Alesiani , realtà e simbolismo hanno una forte valenza nei loro lavori artistici, espressi in modo diverso ma carichi di particolari suggestioni. Entrambi hanno un forte legame con la realtà, con i luoghi storici del loro territorio, con lo sguardo proteso verso le bellezze del nostro paese o di luoghi stranieri incontrati nei loro viaggi e nella ricerca di spunti artistici che in primis fanno parte delle loro esperienze e della loro cultura. Ma quello che rende singolari le opere è spesso il secondo momento, quello simbolico in cui vengono racchiuse visioni celebrative, modi di essere, interpretazioni personali, che con tecniche elaborate e scelte in modo raffinato portano ad esprimere concetti ed una spiritualità interiore, raccolgono messaggi, si avvicinano ad interpretazioni che nascono anche dal mito dei grandi artisti del nostro territorio.

Giuseppe Alesiani: "Paesaggio marchigiano"


WillY Pontin: "Noale, spalti sud"

In Alesiani vi è l’omaggio a “Giorgione” con un richiamo alla natura e alla femminilità, a “Renzo Biasion” riconoscendo il valore di un pittore contemporaneo.

Giuseppe Alesiani: "Omaggio a Giorgione"

Ritroviamo quello spirito vedutista di estrema precisione, di amore per la natura, la campagna e le colline marchigiane tagliate da ampi spazi, dove le tonalità della natura e la luce fanno rispendere il paesaggio. Proprio in queste visioni vi è uno degli elementi più forti della sua simbologia ed è il ricordo, il tempo passato che l’artista non vuole dimenticare. In lui c’è la consapevolezza che solo conservando il passato si può creare un’eredità culturale anche per i giovani e il futuro, si possono costruire basai per una società che faccia rivivere i valori della solidarietà.

Giuseppe Alesiani: "Mondo contadino"

Il suo mondo contadino rivisitato nella tradizione ripropone il racconto di una civiltà che è stata frutto di impegno, di valori della famiglia, di un’essenza costruita sulle capacità dell’uomo di interagire con il territorio, è una realtà vicina a molti di noi e per le sue tradizioni resta un forte pilastro sociale.

Giuseppe Alesiani: "Verdi colline"

Poi la sua simbologia: il dialogo con i frutti, con la natura, le stagioni, una vecchia sedia, un aratro, composizioni di insieme, che si collegano alle caratteristiche umane, alla morale di una società che spesso si dimentica, non sono frutto del tempo ma delle scelte e degli atteggiamenti ben riconoscibili nella pratica della vita quotidiana. Sono anche ricerca di un realismo inconfutabile: le mele nelle fasi diverse della loro maturazione, fino al degrado;

Giuseppe Alesiani: "D'autunno"

le noci di cui a volte rimane solo il guscio, sembra vogliano sollecitare delle domande e dei perché a cui si può dare anche una risposta ovvia, ma poi c’è tutto quel contorno magico di una natura morta, di un angolo, di un paesaggio che anticipano il significato, diventano colore si compongono in un insieme in un’atmosfera luminosa: i gialli sono ori leggeri di luce, i rossi sfuocano nella vivacità di un angolo, i bianchi rivelano le sensazioni della natura e riverberi, gli ocra e i verdi fissano l’identità dell’ambiente e definiscono la dimensione spaziale che è la stessa della natura, gli azzurri e i blu si schiudono come squarci. Anche i colori diventano simbolo della realtà, trasmettono non solo il visibile ma anche le sensazione, gli umori, gli stati d’animo dell’artista e di quanti ammirano le sue opere.

Anche per Willy Pontin la realtà è stimolo di ricerca e di interesse, di analisi del tempo e della storia, con alcuni riferimenti noti, che spesso sono un’identità di Venezia e dell’entroterra del Veneto, dei colli asolani o delle ville venete,

Willy Pontin: "Primavera a Monfumo"

di Noale come dei luoghi vicini, collegati alla simbologia dell’artista che lo rendono riconoscibile per questa sua scelta, per il suo modo di celebrare un fatto o un personaggio, che cambia seguendo l’esigenza del momento: “Omaggio a Daniele Manin, “ a “Oto Dix”, a “Thomas Mann” , che contemporaneamente diventa omaggio alla città da loro amata in particolare “Venezia” .

Willy Pontin: "Omaggio a Thomas Mann"

Il suo stile “Liberty” si intreccia ora con elementi classici, ora futuristi, a volte i richiami geometrici assumono un valore surreale e anche la ricerca di forme costruite dalla natura, nelle “pintosculture”, fa parte di una sua identità personale, e spesso trasforma le opere assecondando quell’intuizione primaria che portano già nel loro essere.

Willy Pontin: Pintosculture

Mentre nella grafica dà largo spazio al segno, le linee di contorno sono surrogate dalla definizione dell’immagine, attraverso fasce chiaroscurali, quasi richiamandosi al suo estro pittorico, guadagnate da stacchi o dall’infittirsi della tratteggiatura, con effetti di sintesi accentrate sul soggetto.

Willy Pontin

Il rapporto tra realtà e simbolismo per Willy è soprattutto una ricerca di identità di luoghi e di fenomeni, un accostamento di sentimenti e sensazioni che hanno proprio nella realtà una lettura interiore, un modo di interpretare la storia.

Willy Pontin

Ricerca così nella tradizione, nella celebrazione degli eventi e dei personaggi un modo per costruire un ricordo, per riconoscere quei valori che spesso hanno dato stimolo alla sua personalità artistica e poi vi pone i suoi simboli come metafora di un messaggio.Tra i più riconoscibili troviamo la figura femminile, i fiori lagunari, le colombe, il cerchio rosso sospeso nel cielo, elementi geometrici attraverso i quali crea forme particolari, taglia i piani, elabora gli spazi e i soggetti. Anche le sue vedute sono costruite partendo da un’identità propria, ma poi vengono giocate nella geometria di forme singolari che allungano il soggetto dando maggior spazio ai suoi simboli classici.

Willy Pontin: "Volo sul Canalgrande"

Queste scelte hanno soprattutto un valore metaforico e mitologico per interpretare un modo di essere, tanto che se in apparenza si colgono come sue stesse identità, ma osservando i dettagli si scoprono particolari significativi: la donna, che per l’artista ha un forte legame con la sua vita personale, diventa un modo per celebrare la Città: Venezia, Asolo , Noale… solo per ricordare quelle più vicine al suo animo. Ma nel simbolo femminile l’immagine, ora con un abbigliamento bianco, ora rosso, con le spalle scoperte, ai piedi non hanno una forma compiuta, assume il valore di una musa ispiratrice, celebra la bellezza, l’eleganza delle forme, la maternità, la religiosità, ha un valore mitologico e spirituale attraverso il quale diventa metafora di un momento. Accompagna il soggetto a cui è accostata in una identità che ritrova in esso.I fiori lagunari, la cui posizione cambia sollecitando un’attenzione particolare, ora portati a fascio lungo un corpo femminile, rovesciati su una sedia o un tavolino, diventano fuochi d’artificio, prendono i colori della maschera d’Arlecchino, così si trasformano in un’essenza legata ad un particolare momento: spettacolo, gioia, raffinatezza, curiosità, celebrazione di un evento. Come il volo delle colombe, spesso accoppiate, con il bianco delle loro forme, proiettato verso l’alto, fa arrivare un messaggio di libertà, di forza, di speranza.

Willy Pontin: "Canalgrande"

Ma accanto ai simboli più evidenti vi sono quelle scelte che l’artista compone in un gioco di linee, di sensibilità cromatica, concepita come metafora, come finezza espressiva coniugata alla geometria delle forme, che sviluppano un linguaggio di trazione mentale e di sensibilità costruito tramite la ricerca e l’inventiva accompagnate dal il fascino del colore, attento a quei passaggi di intuizione che lo avvicinano sempre più ad uno stile moderno di interpretazione artistica.

prof. Lidia Mazzetto